
Trail Running in giro per il mondo, parte 2: Islanda
Correre con il freddo richiede sempre una grinta particolare: neve, vento gelido e ghiaccio sono spessi considerati i nemici giurati dei runner di tutto il mondo eppure Marco Borneti, trail runner e ambassador di SportsShoes, è riuscito a diventare amico dei ghiacciai e affrontare la gelida e affascinante Islanda. In questo articolo, risponde alle nostre domande raccontandoci di questa sua incredibile ma estrema esperienza!
1 - Quali sono stati gli aspetti più importanti nella preparazione di questo viaggio?
Preparare un viaggio in Islanda a fine novembre richiede molto impegno fisico e mentale. Gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici: il buio, la pioggia, la neve e il vento. In questo periodo le ore di luce sono sempre poche, il sole sorge alle 10:30 e tramonta alle 16:30. Piove a tratti e spesso, quasi tutti i giorni e può capitare di ritrovarsi a correre con intensi temporali o forti nevicate. Il vento, beh... vi dico solo che una mattina ho faticato a correre perché il vento soffiava fino a 130 km/h, le mie gambe si intrecciavano e la temperatura percepita era di circa -10° !Non avevo mai corso in queste condizioni. Correre sulla neve invece è stupendo! In Islanda non ci si annoia mai e ovunque si rivolga lo suardo si rimane affascinati da panorami mozzafiato.
2 - I posti che più ti hanno affascinato in Islanda e che consigli di visitare per gli amanti del trail e della corsa?
Secondo me l'Islanda è un posto incantevole ed è difficile poter dire quali sono i luoghi più belli; io personalmente ho una forte passione per i ghiacciai, ritengo siano una cosa magnifica, nello specifico parlo di Jökulsárlón e di Mýrdalsjökull. Inoltre l’isola è piena di percorsi sterrati sui quali poter correre, i cui panorami sono di una bellezza devastante.
Una volta atterrati a Reykjavìk consiglio di noleggiare un’auto e scendere a Sud, poiché è la parte dell’isola con più cose da vedere e con luoghi spettacolari che mi rimarranno impressi nella mente per molto tempo. Però ad essere sinceri, correre sotto i magnifici colori dell'aurora boreale, è qualcosa di indescrivibile che auguro di provare a tutti almeno una volta della vita. La vedi che inizia a comporsi nel cielo, che comincia a colorarsi di mille sfumature dal verde al viola… Allora non puoi far altro che fermare il tuo orologio e lasciare che ti entri negli occhi e nel cuore.
3 - Come ti sei trovato con le scarpe da corsa Clifton 8 di Hoka?
Le Clifton 8 di Hoka, per quanto mi riguarda, sono delle scarpe perfette per il recupero ma essendo un pizzico più reattive di altre ti danno la possibilità di fare allenamenti di qualità anche in situazioni come questa. Sono l’ultima evoluzione della scarpa più amata dai runners, che continua ad offrire la combinazione perfetta tra morbidezza e leggerezza. Realizzate con un’intersuola più reattiva, hanno una tomaia snella e rinnovata con mesh di ultima generazione con un peso di 250gr. e un drop di 5mm. Le uso ormai da mesi e le ho consigliate ai miei compagni di corsa. Ci ho corso anche qualche gara (ovviamente non quelle in cui si punta a fare il personal best), percependo sempre la sensazione di protezione, comodità e reattività che non riscontro in altre scarpe.
4 – Preferisci correre al freddo o al caldo, e come influisce il cambio di temperatura sul tuo allenamento?
Sono un amante del freddo estremo, mi piace allenarmi quando la temperatura è sotto lo zero. Anche per quanto riguarda le gare, il periodo che va da settembre a maggio è il mio preferito. Durante i miei allenamenti in montagna, mi capita spesso di correre sulla neve e la cosa mi stimola davvero molto, mi spinge a dare il massimo.
Quando corro al freddo, è come se percepissi la sensazione di non faticare mai. Il caldo invece mi limita incredibilmente, e purtroppo quando la temperatura supera i 20°, inizio ad avere qualche difficoltà ma non mi tiro mai indietro! Ricordo in una gara ad inizio giugno di qualche anno fa, ci fu una delle prime ondate di caldo della stagione; i primi 3 km filarono lisci, ma dal quarto in poi andò tutto in discesa fino al punto che persi diverse posizioni e dal podio finii la gara come decimo assoluto.
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