
Attrezzatura essenziale per la corsa in alta montagna: tutto quello che c'è da sapere
L’alta montagna è spietata. Richiede rispetto, preparazione e soprattutto l’attrezzatura giusta per affrontare l’imprevedibile. Arnau Fullana, uno dei nostri runner più esperti, lo sa bene.
Quest’estate Arnau ha preso parte alla leggendaria Olla de Núria, una gara di 24 km con 2.000 m di dislivello positivo nei Pirenei catalani. Più che un semplice evento sportivo, l’Olla è una prova fisica e mentale, in cui altitudine, condizioni meteorologiche e terreno tecnico diventano i veri giudici.
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Una gara segnata dalla tempesta
L’avventura è iniziata al Santuario de Núria, a 2.000 m sul livello del mare. Da lì i runner hanno raggiunto il Puigmal, a 2.910 m, prima vetta di un percorso che corre oltre i 2.700 m fino al Collado de Finestrelles. Quella che sembrava una giornata impegnativa ma gestibile si è trasformata rapidamente in un’esperienza di sopravvivenza: vento, pioggia battente e grandine sono arrivati prima del previsto.
“Tra me e me pensavo: non fermarti!” ricorda Arnau. Mentre la grandine gli sferzava le gambe e i fulmini cadevano nelle vicinanze, finire la gara è passato in secondo piano rispetto alla sicurezza. Ripararsi dietro una roccia e attendere il compagno per scendere insieme si è rivelato essenziale per completare la gara senza conseguenze gravi.
Un chiaro promemoria che in montagna l’attrezzatura giusta e decisioni rapide possono fare la differenza.
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Pianificazione e preparazione: l'importanza di controllare le condizioni meteorologiche
Prima di ogni gara ad alta quota Arnau consulta diverse fonti meteorologiche: Meteocat, AEMET, Meteopirineus, Meteopoble e Meteoblue. Il controllo incrociato delle informazioni gli consente di anticipare il rischio di temporali e gli improvvisi sbalzi di temperatura. A Núria gli organizzatori hanno persino aggiornato la lista dell’equipaggiamento obbligatorio per la sicurezza: guanti lunghi, maglia termica, scaldacollo e leggings lunghi, oltre al consueto giubbotto impermeabile e alla coperta termica.
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Arnau ammette che durante le gare porta con sé solo l’essenziale, mentre in allenamento preferisce essere più attrezzato: giacca impermeabile, maglia termica, leggings lunghi, guanti, scaldacollo, torcia frontale, coperta termica e crema solare con fattore di protezione 50.
"In montagna, ciò che può sembrare un peso in più può finire per salvarvi la vita!" sottolinea Arnau.
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Abbigliamento a strati: la chiave contro il freddo e l'umidità
L’equipaggiamento da alta montagna dovrebbe sempre seguire il classico schema a strati:
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• Strato di base: maglietta tecnica ad asciugatura rapida, con maniche corte o lunghe a seconda delle condizioni meteo.
• Strato intermedio: leggero, spesso in lana merino, ideale per mantenere il calore senza appesantire.
• Strato esterno: lo scudo contro le intemperie. Arnau usa Salomon Bonatti, con 10.000 mm di impermeabilità e 155 g di peso, ma in condizioni estreme preferisce Inov-8 Stormshell, da 20.000 mm.
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Per coprire le gambe gareggia di solito con pantaloncini corti, ma porta sempre nello zaino dei leggings pesanti. Guanti, berretto e scaldacollo completano il kit essenziale.
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Scarpe e trazione: la stabilità prima di tutto
A Núria Arnau ha corso con le Merrell Longsky 2, dotate di suola Vibram e un drop ridotto di 4 mm. La scelta è stata ben ponderata:
"La loro aderenza su roccia bagnata e neve è eccellente e la stabilità che offrono è fondamentale su terreni così tecnici", spiega.
Le ha abbinate a calzini ergonomici senza cuciture per evitare vesciche anche in condizioni di umidità.
Per quanto riguarda i bastoncini, pur essendo utili sulle salite più ripide, ha preferito lasciarli a casa. "La fibra di carbonio attira i fulmini e in caso di tempesta è meglio non correre rischi", precisa Arnau.
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Il gilet perfetto
Per trasportare l’essenziale Arnau si affida al Salomon Sense Pro 5, un gilet da 5 litri progettato per offrire un buon equilibrio tra peso e accessibilità.
• Tasche anteriori: chiavi, compresse di sale, gel energetici e due borracce morbide da 500 ml.
• Tasche laterali: piccoli indumenti come guanti e scaldacollo, oltre al cibo.
• Tasche posteriori: indumenti di ricambio, coperta termica e giacca impermeabile, sempre posizionata in alto per un accesso rapido.
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Peso totale del gilet: circa 4 kg.
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La sicurezza prima di tutto: la montagna non perdona
Un orologio GPS con il percorso caricato è indispensabile per Arnau, anche sui percorsi familiari, perché la nebbia può disorientare rapidamente. Arnau porta con sé anche un mini kit di pronto soccorso con nastro adesivo e antidolorifici.
"Sapere come fasciare una caviglia può fare la differenza tra tornare a casa sani e salvi o trovarsi in guai seri", sottolinea.
Quando è arrivata la tempesta, la sua strategia è stata semplice: scendere il più velocemente possibile.
"Dopo quell’esperienza, starò ancora più attento alle previsioni del tempo prima di appuntare la pettorina!".
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Errori comuni che Arnau riscontra spesso:
1. Fidarsi troppo del tempo in montagna.
2. Uscire senza vestiti di ricambio (soprattutto capi pesanti).
3. Non portare cibo extra per le uscite più lunghe.
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Conclusioni
L’esperienza di Arnau all’Olla de Núria dimostra quanto sia sottile il confine tra avventura e rischio in alta montagna. Oltre alla forma fisica, ciò che fa davvero la differenza sono la preparazione, la scelta dell’attrezzatura e la capacità di adattarsi all’imprevisto. In montagna ogni dettaglio conta, dalle previsioni meteo allo spessore dei calzini.
Come dice Arnau: "Ciò che conta non è correre più veloce, ma tornare sano e salvo".
Con questa prospettiva in mente, la cosiddetta "attrezzatura essenziale" non è un lusso, è la vostra ancora di salvezza.
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